Folklore e tradizione: tutto sulla storia di Santa Cristina da Bolsena e i suoi misteri
Come scoprire la storia di Santa Cristina da Bolsena e della sua fede incrollabile
Bolsena è una cittadina ricca di storia, misteri, leggende e, soprattutto, di una forte spiritualità che da sempre ha avuto donne e uomini come protagonisti. Tra questi, una delle figure più complesse e affascinanti del territorio, che ha interessato antropologi e studiosi del cristianesimo primitivo, è sicuramente quella di Santa Cristina, la patrona della cittadina.
La storia di Santa Cristina è la prova di una grande fede religiosa e di una tradizione che è sopravvissuta nei secoli con orgoglio tra i cittadini bolsenesi. In suo onore ogni anno, infatti, tra la sera del 23 e la mattina del 24 luglio a Bolsena, vengono rievocati i tormenti subiti dalla ragazza nella rappresentazione dei “misteri di Santa Cristina”; una grande manifestazione religiosa che ha, appunto, come protagonista la Santa.
Tra culto pagano e cristiano: qual è la storia di Santa Cristina e chi era veramente?
Cristina, il cui nome significa “consacrata a Cristo”, nella tradizione cristiana è raffigurata con la palma, simbolo del martirio, e la ruota, uno degli strumenti con cui venne torturata. Ma chi era Santa Cristina?
Figlia di un ufficiale romano, Urbano, la giovane visse al tempo dell’imperatore Diocleziano (243-312). A soli 12 anni si convertì al cristianesimo e il padre, per costringerla ad abiurare e a venerare i simulacri degli dei, la torturò sottoponendola a dure prove fisiche che tutt’oggi vengono riprodotte nelle raffigurazioni dei misteri bolsenesi.
Quali sono i misteri di Santa Cristina?
A oggi, abbiamo notizie frammentarie sui riti in onore della Santa celebrati nel passato, infatti, da scavi archeologici eseguiti fra il 1880 e il 1881 nella Basilica di Santa Cristina a Bolsena, si è accertato che il culto per la martire era già esistente nel IV secolo. Nel corso degli anni, la storia di Santa Cristina e i suoi misteri sono divenuti anche motivi narrativi nella drammaturgia e di alcuni artisti come Signorelli, Cranach, Veronese e Dalla Robbia. Ma cosa sono i “misteri di Santa Cristina”?
Si tratta di tableau vivant, ovvero dei veri e propri quadri teatrali viventi che riproducono, con costumi d’epoca, i martiri subiti dalla giovane cristiana. Tra questi si ricordano:
- Le verghe: La ragazza venne bastonata e rinchiusa in prigione.
- La ruota. Al primo girare della ruota, su cui la giovane venne legata, questa si spezzò uccidendo i carnefici.
- La fornace. Gettata in una fornace (chiamata dai bolsenesi “Fornacella”), la giovane rimase illesa.
- I serpenti. Le vennero gettati addosso dei serpenti che, invece di morderla, la onorarono e si rivoltarono contro l’incantatore, procurandogli la morte.
- Il taglio della lingua. Le tagliarono la lingua, ma Cristina non perse la facoltà di parlare.
- Il taglio delle mammelle. Le vennero strappati i seni, ma dalla lacerazione della carne, invece del sangue uscì latte.
- La pietra. Venne gettata in mezzo al lago con un sasso, ma anziché affondare la ragazza galleggiò miracolosamente. La pietra diventò l’altare della basilica sul quale, nel 1263, avvenne il Miracolo del Corpus Domini.
- Le frecce. Legata a un palo fu trafitta da decine di frecce, due delle quali le colpirono il cuore procurandole la morte.
Come visitare Bolsena e scoprire la sua storia e le sue bellezze?
Storia, leggende e tradizioni animano ancora oggi la cittadina di Bolsena, un gioiello della Tuscia. Se stai pensando di scoprire il territorio in occasione dei misteri e scoprire la storia di Santa Cristina, il camping Internazionale Il Lago è il luogo perfetto in cui soggiornare.
Direttamente sulle rive del lago, a 500 m dal centro storico, dalla nostra struttura potrai muoverti a piedi e visitare la basilica dedicata alla Santa e le catacombe sotterranee, nelle quali ancora oggi si trova il sarcofago dove furono ritrovate le reliquie del corpo della Santa.
Il nostro consiglio sui misteri? Da non perdere durante la rappresentazione bolsenese di luglio, il quadro dei “diavoli” che chiude la processione notturna del 23 sera: una bolgia di demoni infernali che si agita attorno alla salma del padre della giovane fanciulla, Urbano, la cui anima è dilaniata dai diavoli.
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